Introspezione psicologica nella Bibbia
I Profeti: Isaia 2

Sentinella, a che punto siamo della notte?
Di Isaia, i vaticini pacifici sono pochi. Sono lunghi vaticini di sangue, vendetta, distruzione
contro molti popoli. I soliti nemici di Israele. Peccato che anche Gesù, da piccolo, dovrà
rifugiarsi in Egitto, perché per Isaia l’ Egitto sarebbe sparito nel nulla, come leggiamo nel
capitolo 19. Forse stava parlando di avveramenti diversi. Questo è il rebus delle profezie.
Il Figlio di Dio che si salva grazie all’ ospitalità data da una nazione nemica. E un profeta
che tuona saette e fulmini contro una terra odiata dai tempi dell’ Esodo! Anche prima di
allora un altro personaggio di nome Giuseppe dovette ringraziare l’ Egitto. Nella Bibbia,
anche la riconoscenza storica di due personaggi cospicui è un optional nell’ odio che scorre
da secoli. “ Preparate il massacro dei figli per i peccati dei loro padri” (Isaia 14, 21). A
quanto pare, le cattive abitudini non cambiano facilmente. Esistono stragi di innocenti
buoni e innocenti cattivi. Nessuno se ne accorge del peccato di incitamento alla violenza,
aggravata dal fatto che le vittime non possono ereditare le colpe dei padri. Ma se lo scrive
Isaia, allora sarà volere di Dio. Specialmente se a morire dovranno essere i figli dei
Babilonesi !
Una voce grida: “nel deserto appianate la via del Signore” (Isaia 40, 3~5). Ecco un
bell’ esempio di interpretazione profetica applicato a Giovanni Battista, il precursore di
Cristo. Due cugini che sembra si siano messi d’ accordo per trovare in Isaia lo spunto della
loro rivoluzione religiosa. Oppure, a tavolino, qualcuno ideò lo scenario e le prove
scritturali per introdurre i personaggi del suo libro.
In Isaia il contesto è completamente diverso. Trattandosi di quanto passava per la testa di
questo personaggio, nessuno può dire con sicurezza come applicare il contesto di quanto
rimase scritto. Una voce dice: “Grida” e io dissi: “Che cosa devo gridare?” (Isaia 40, 6).
Sembrerebbe di capire in tutto il contesto del capitolo che quella voce fosse da applicare ad
Isaia in persona. Ma tanto fu l’immaginazione fervida di una cultura pronta a vedere segni
e simbolismi in quanto succedeva nella storia. E ancora oggi, una parola nelle visioni
mariane, contrappone gli eventi storici nel mondo. Non solo, anche Nostradamus esercita
lo stesso potere, tranne la sfortuna di non essere inserito nei canoni divini della Bibbia.
Così anche per Malachia e la famosa profezia popolare sui Papi nella storia del
Cattolicesimo. In tutti c’ è sempre un sentimento arcano, misterioso e sconcertante che fa
immaginare all’ uomo cose come nell’ avverarsi di un sogno, bello o generalmente brutto.
Si`, perché tutta la Bibbia propende nella profezia di qualche speranza farcita di catastrofi.
Questo aiuta a tenere accese le primordiali paure insite nel cuore dell’ uomo. Proprio come
la predicazione di Giovanni cugino di Cristo. “ Razza di vipere ! Chi vi ha insegnato a
salvarvi dall’ ira che sta per venire?” ( Matteo 3, 7). Un quaresimale in piena forma !
Anche Isaia farneticava in questo modo, e tutti pensavano che per incidere fosse necessario
esaltare queste paure nell’ uomo. Come prima del diluvio gli uomini se la godevano, quello
che avvenne ai tempi di Noè, avverrà prima del ritorno del Figlio dell’ uomo. Questo
pensiero è un caposaldo di tutta la Bibbia: la paura e la vigilanza in previsione di una
catastrofe. In che brutta situazione ci siamo mai trovati !
Anche nei canti detti del Servo di Dio, allegoricamente viene buttata tra le righe ( e non si
capisce se con senso o come in un sogno di immagini ) una figura misteriosa che talvolta
pare confondersi con Israele ( Isaia 49, 3 ), altrove è chiaramente un individuo. La sua
missione si compie nel nascondimento, ma con l’ appoggio del Signore, ed è destinata a
portare la giustizia e la luce alle nazioni. Il servo di Dio muore senza aver commesso
ingiustizia, eppure la sua tomba è in mezzo a quella dei malfattori. Gli uomini devono
riconoscere che egli è stato colpito per i loro peccati e che nella sua morte c’ è espiazione
per loro. Tutte queste allegorie, in un gioco di parole, sono molto simili alle profezie della
Vergine. Al divino piace parlare allegoricamente, lasciando l’ uomo sospeso tra paure e
credenze religiose. Una cosa sembra chiara: Dio fa sempre quello che vuole (Isaia 42, 14~ ;
44, 6~). Gli esegeti biblici si sono scervellati in molteplici supposizioni. Ma ditemi voi,
uomini di senno normale, Dio si presterebbe a questi enigmi, a far immaginare e credere
contro il chiaro intendimento della ragione? Se la Bibbia è veramente ispirata solo da Dio,
come mai in Isaia 49, 3 si dice chiaramente “ Tu sei il mio Servo, Israele, nel quale mi
glorierò?” Perché interpretare come si vuole e far credere che la parola “Israele” sia da
considerare un’interpolazione, quando invece è chiarissimo il contesto di tutto il libro di
Isaia? È un libro patriottico che vede Dio come monopolio della razza ebrea, fino a
considerare Israele servo di un Dio che predilige solo lui e la sua razza.
Quando i Giudei chiesero a Gesù “ sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere
qualcun’altro”, non si erano sbagliati sull’ identificazione e ruolo del liberatore narrato in
Isaia. Questo liberatore non aveva le caratteristiche di tutto quanto andava predicando
Cristo. Ecco dunque gli effetti delle allegorie: una rivelazione divina fatta per discutere
all’ infinito. E dopo 2000 anni si continua a discutere. Questo dimostra che la parola divina
non è chiara, lucida ed illuminatrice delle menti. Il tranello consiste nel concludere che
non si capisce perché non si vuole credere a quanto Isaia stesso astrusamente scrisse:
“ Ascoltate attentamente senza comprendere...rendi ottuso il cuore di questo popolo e dure
le sue orecchie e i suoi occhi acceca, per timore che vedano i suoi occhi e le sue orecchie
sentano e il suo cuore comprenda e si converta e sia guarito” (Isaia, 6, 9~; 54, 16).
E Cristo seguirà la stessa tattica, parlando in parabole, affinché non comprendessero.
Questa è la cruda realtà della parola dei Profeti: una parola fatta solo per un gruppo
ristretto di fedeli che non avessero bisogno del cervello umano per credere.
“ Ho giurato di non sdegnarmi più contro di te e di non minacciarti più” (Isaia 53, 9). È
questa un’ implicita ammissione di quanto Dio fece fino a questo momento? E allora,
perché dopo Cristo molti continuano ad avere visioni di Madonne e Santi che minacciano
l’ umanità e promettono l’Inferno? Ma le parole bibliche avrebbero un senso costante per
l’ umanità?
Nel capitolo 58 di Isaia troviamo quasi tutti gli spunti della predicazione di Cristo.
Praticamente, Cristo sembra solo seguire il copione del libro di Isaia per espandere la sua
missione e concretizzare quello che fu un sogno nelle parole del Profeta.
Ogni tanto ritroviamo ambigui ritorni al passato ( Isaia 58 13~), cose che Cristo cercherà di
superare spiritualizzando interiormente l’ osservanza della Legge sul sabato.
Consiglio ai lettori di leggere bene dal capitolo 59 di Isaia. Ve ne farete un’ idea esatta
di questo Profeta, un’ idea alquanto pessimista della società di allora, che Giovanni
Battista riprenderà all’inizio della sua predicazione.